Il punto Nove rappresenta l’archetipo della pace e dell’amore universale. È la parte di noi che si sforza di raggiungere il benessere e l’agio con se stessi e con gli altri, includendo e armonizzando tutto e tutti.
Quando viviamo le qualità elevate di questo punto ci sentiamo parte di una bontà assoluta senza discriminazioni, in un’armonica interconnessione, a casa con noi stessi, interiormente padroni di noi stessi, determinati e solidi. Vogliamo completezza, inclusione e profonda pace interiore.
Il punto Nove è parte del Centro di intelligenza delle Viscere e dell’istinto, quindi chi ha questo tipo di personalità dominante è orientato all’autonomia e all’agire.
Il tipo Nove vuole essere pacifico. Il suo valore fondamentale è un mondo in cui tutto è collegato e tutto sostiene tutto. È calmo e umile, radicato, pienamente partecipe e intuitivo circa ciò che si incastra e accorda naturalmente. Vuole vivere una vita semplice e regolare in cui essere chi è senza sforzo.
Quando è al suo meglio è una persona intensamente viva, a proprio agio, pienamente connessa e in armonia con se stessa, con gli altri e con la vita. È sereno, emotivamente stabile, equilibrato, rilassato, gentile, premuroso, piacevole, paziente e amichevole. È un ricercatore e un sognatore fantasioso e profondamente ricettivo. Si sente autonomo e realizzato, è presente a se stesso ed è capace di essere una guida per gli altri. Sa mostrarsi, impegnarsi, costruire relazioni profonde ed esprimere e far valere ciò che desidera e necessita.
Quando il tipo Nove perde connessione con il proprio senso interiore di unità e pace sente il bisogno di ricreare unione e senso condiviso di amore benevolo e pacifico.
Inizia a credere che la pace possa essere creata e mantenuta solo mettendosi in ombra e non interferendo o disturbando gli altri e la condizione in cui si trova.
Diventa eccessivamente attento solo al lato positivo e gioioso delle situazioni e delle persone, si sforza di mediare, consolidare, rassicurare e sostenere. Vuole avere un’influenza calmante e curativa, riunire le persone e armonizzare il gruppo.
Poi tutto diventa una questione di conservazione dello stato delle cose, un continuo creare e mantenere pace e armonia nel suo ambiente. Diventa sempre più conciliante, inclusivo, acritico e accomodante. Teme di non sentirsi abbastanza saldo per gestire i conflitti esteriori e interiori ed evita di esprimersi per non creare situazioni che possano minacciare la sua tranquillità. Rafforza le abitudini che evitano qualsiasi sensazione forte o che richiedono di fare un passo fuori dai confini conosciuti o nuove esperienze.
Perde rispetto per se stesso, sente di non essere importante, idealizza le situazioni e le persone e vive attraverso gli altri. Spesso è visto dagli altri come un rinunciatario sebbene questo non sia come lui si percepisce.
L’ambiente emotivo reattivo che matura, la passione di questo tipo, è l’accidia. L’accidia non è pigrizia fisica, bensì pigrizia dell’anima, qualcosa che porta a non impegnarsi con se stessi, con il mondo e con la vita. È una forma di inerzia e resistenza a sentire ciò che realmente si pensa e si prova, i bisogni e i desideri che potrebbero essere in conflitto o disaccordo con quelli degli altri.
Questa reattività porta il tipo Nove a credere di dover evitare di lasciar emergere la propria individualità e distinguersi e di fare ciò che desidera o che è necessario. Lo spinge a diventare invisibile per annullare il senso di separazione e sentire un finto agio e un falso senso di benessere e di pace interiore. Si perde in attività ripetitive che riempiono il tempo, che lo tengono occupato e che spostano l’attenzione fuori da sé.
Resiste in modo sempre più testardo all’essere influenzato da ciò che potrebbe disturbare la sua falsa pace interiore e ha sempre più timore di qualsiasi conflitto o cambiamento. Finge di ascoltare e minimizza i problemi rimandando le soluzioni, immaginando che non esistano e facendo promesse che non manterrà. Diventa indifferente, irriflessivo, smemorato, disattento, disimpegnato, distratto da attività futili che lo allontanano sempre di più dalle sue priorità.
Il tipo Nove al suo peggio ha bisogno di deviare, omettere e sopprime tutto ciò che potrebbe aprigli gli occhi sulla sua illusoria beatitudine. È fatalista, rassegnato e si spegne interiormente. Si sente infastidito da tutto, diventa una sorta di zerbino respingente che più è invitato a fare ciò che davvero gli porterebbe benessere, meno lo fa. Ignora se stesso e gli altri fino a diventare disorientato e catatonico, un automa intontito e spersonalizzato, uno spettro incurante di sé che vuole bloccare la consapevolezza e ignorare qualsiasi cosa lo potrebbe influenzare.
Il punto Nove dell’Enneagramma ci invita a ricordarci di noi stessi come parte essenziale della creazione e ci mette in contatto con il desiderio di sentirsi uno con il cosmo. Per contattare questa dimensione interiore è necessario accettare che la nostra partecipazione nel mondo è importante onorando ciò che desideriamo davvero per la nostra vita. Solo quando siamo totalmente presenti a noi stessi siamo solidi e integri possiamo portare pace e guarigione nel mondo. Ci sentiamo una inesauribile fonte di serenità, accettazione e gentilezza nel mondo.
(Estratto selezionato da “Crescere con L’Enneagramma”, Maura Amelia Bonanno, 2018, Armenia Edizioni)