Il punto Uno rappresenta l’archetipo del giusto e del virtuoso. È la parte di noi idealista che si sforza di raggiungere principi morali elevati, invocando un ordine superiore e attenendosi a leggi e norme eque.
Quando viviamo le qualità elevate di questo punto ci sentiamo integri, puri e allineati con il sacro. Proviamo un intrinseco senso di bontà, rettitudine e grazia in cui tutto è equilibrato e proporzionato. Vogliamo crescere ed essere maturi, umanamente e spiritualmente adulti, al servizio del buono, dell’etico e del virtuoso.
Il punto Uno è parte del Centro di intelligenza delle Viscere e dell’istinto, quindi chi ha questo tipo di personalità dominante è orientato all’autonomia e all’agire.
Il tipo Uno vuole essere una brava persona. Il suo valore fondamentale è un mondo migliore, buono e onesto. È appassionato e impegnato per ciò in cui crede e con la sua intensa energia si batte per rendere reali e concreti i suoi ideali. Vuole vivere la sua vita secondo una visione e un bene elevati.
Il tipo Uno al suo meglio è una persona coscienziosa, moderata, tollerante e sensibile. È orientata ai valori e alla morale, capace di essere giusta, imparziale, equa e responsabile. Valuta in modo razionale e oggettivo e cerca un approccio ragionevole e sensato alle cose. È un grande lavoratore, ha solide convinzioni personali, un forte senso del giusto e dello sbagliato e una grande intuizione per la perfezione della natura e dell’ordine naturale delle cose. Sente di avere una missione da portare a termine nella vita, è un tipo attivista che usa convinzioni e giudizio per controllare e dirigere le sue azioni.
Quando il tipo Uno perde connessione con il proprio senso interiore di allineamento, equilibrio e integrità si sente crollare e che sia lui sia l’ambiente sono disordinati, incivili e caotici. Nasce in lui il bisogno di raddrizzare e correggere se stesso e gli altri.
Inizia a credere che la perfezione sia un obiettivo da raggiungere e un processo guidato dal giudizio interiore di giusto e sbagliato assoluti.
Diventa eccessivamente attento a fare la cosa giusta, si sforza di essere sempre retto, oggettivo ed equo, sempre più impegnato e disciplinato secondo questi criteri stabiliti. Cerca di educare e insegnare tramite l’esempio.
Poi tutto diventa una questione di superiorità, un continuo aggiustare ed evitare qualsiasi sbaglio controllando e contenendo la sua energia istintiva, trattenendosi e irrigidendosi. Si sforza di essere più adulto e maturo degli altri, calcola come ritrovare integrità, sviluppa opinioni e idee specifiche sempre più fisse su ciò che è buono o cattivo. Sente un forte obbligo di sistemare tutto ciò che secondo lui non funziona come dovrebbe e crede che nessuno sia in grado di svolgere quel compito meglio di lui.
Per rimanere saldo ai propri principi, provare a se stesso di essere meritevole ed evitare l’errore e il biasimo spesso è visto dagli altri come rigido e troppo controllato, sebbene questo non sia come lui si percepisce.
L’ambiente emotivo reattivo che matura, la passione di questo tipo, è l’ira. L’ira è una forma di rabbia razionalizzata e trattenuta che ribolle quando le cose non sono gestite nel modo che riteniamo adeguato. È rimanere aggrappati al risentimento e alla frustrazione per ciò che si considera sbagliato e fuori luogo e lo sforzo per cercare di correggerle in modo da ripristinare l’ideale equilibrio e integrità.
Questa reattività porta il tipo Uno a credere che il suo valore dipenda dal sostenere e confermare livelli morali e di eccellenza molto elevati. Lo spinge a sforzarsi sempre di più a migliorare e diventare un essere umano ideale e perfetto. Più si sforza di raggiungere livelli superiori a ciò che è realmente possibile, più sente di non andare mai abbastanza bene e frustrato.
Giustifica sempre di più il suo risentimento, la sua irritazione e la sua rabbia. Questo lo porta ad avere sempre più paura di sbagliare e di essere fuorviato dai suoi impulsi ed emozioni, ad aumentare il controllo di se e degli altri, a diventare supponente, presuntuoso e pedante. Proietta i suoi giudizi interiori sugli altri, criticandoli e facendo notare spesso in modo indiretto e ambiguo l’errore e la mancanza che ritiene non possano rimanere impuniti.
Il Tipo Uno al suo peggio ha bisogno di ricercare, additare, evidenziare e punire la difettosità del mondo. Crede che siano gli altri a dover cambiare e diventa un perfezionista molto giudicante, esigente e severo con se stesso e con gli altri. È austero, intransigente, moralista, dogmatico, castigatore. Condanna, tortura, punisce per liberarsi dei peccatori o eliminare l’oggetto offensivo e le apparenti cause della sua ossessione e del suo caos emotivo. Finisce per fare l’opposto di ciò che predica e per causare o diventare lui stesso lo squilibrio e il disordine che teme.
Il punto Uno dell’Enneagramma ci invita a essere saggi e capaci di discernere e ci mette in contatto con il nostro desiderio di migliorare. Per contattare questa dimensione interiore è necessario innanzi tutto accettare la realtà per quella che è invece di lottare con essa. Accogliere la nostra umanità, riconoscere che non siamo nella posizione di giudicare chiunque e qualsiasi cosa ed essere gentili con noi stessi e con gli altri. Allora è possibile sentirsi più leggeri, sereni e ispirati.
(Estratto selezionato da “Crescere con L’Enneagramma”, Maura Amelia Bonanno, 2018, Armenia Edizioni)